Le scoperte di un team di archeologi franco-norvegesi, che si sono verificate presso il deserto occidentale dell’Egitto, hanno messo in luce la presenza di resti e rovine che riguardano il monastero più antico del mondo, risalente al V sec. d.C.

La missione franco-norvegese ha scoperto durante la sua terza campagna di scavi nel sito di Tal Ganoub Qasr al-Agouz nell’oasi di Bahariya, alcuni edifici fatti di basalto, altri scavati nella roccia e altri ancora fatti di mattoni di fango.
Il complesso dei ritrovamenti è costituito da sei settori contenenti le rovine di tre chiese e di celle di monaci.
Per ciò che riguarda le chiese, esse possedevano pareti con iscrizioni religiose e passi biblici in lingua greca, accompagnate da antiche forme di graffiti cristiani e simboli sacri della tradizione copta.
Anche sulle pareti delle celle dei monaci si nota la presenza di graffiti e simboli con connotazioni copte, come affermato da Osama Talaat, capo delle antichità islamiche, copte ed ebraiche del ministero.
Le precedenti scoperte, oltre a dimostrare i fondamenti della vita monastica e la sua esistenza fin dal V sec. d.C., saranno efficaci per comprendere la formazione delle prime comunità monastiche in Egitto e lo sviluppo dei loro edifici.


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